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Immagine del redattoreParrocchia di Bottanuco

#Dall'Argentina - Riflessione di Padre Severino




17ª DOMENICA del tempo ordinario – 29 di luglio 2018


INTRODUZIONE:

Carissimi:  eccovi la Parola di Dio di questa domenica con la riflessione che la accompagna. Vi chiedo di leggere e meditare illuminati solo dalla fede, dato che è un tema  -il pane, ossia i beni indispensabili-  quotidianamente discusso in altri ambienti.

Vi ricordo ogni giorno, chiedendo per voi e per me la perseveranza nell'ascolto e nel seguimento di Gesù, nonostante il bombardare continuo di proposte da parte del mondo.

Fate con gioia il gesto missionario di inviare al maggior numero possibile di fratelli questa Parola, e chiedendo loro che facciano altrettanto.

Un forte grande abbraccio fraterno.


1ª lettura. 2 re 4,42-44

Da Baal-Salisà venne un uomo, che portó pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: “Dallo da mangiare alla gente”. Ma il suo servitore disse: “Come posso mettere questo davanti a cento persone?”. Egli replicó: “Dallo da mangiare alla gente. Poichè dice il Signore: “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”. Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.


Vangelo: Giovanni 6, 1-15

Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli

infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pascua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano

da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perchè ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.

Allora Gesù prese i pani e,

dopo aver reso grazie, li diede

a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei due pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perchè nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con

i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!”. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.


BUONA DOMENICA! “Date loro da mangiare”.

La povertà è sempre stata, e continua ad esserlo, una triste realtà nella storia umana. È un grave problema per oltre la metà della popolazione del mondo.

Oggi, la Parola di Dio è risposta al grido dell’uomo che soffre la mancanza di pane, ossia, di tutto ciò che costituisce un minimo di conforto nella sua esistenza.

Dio ha creato questo mondo e lo ha cosparso di ogni bene. È necessario questionare la povertá, e domandarci perché si va estendendo. La Argentina è la terra benedetta del pane, e nonostante ogni giorno, in questo paese, vi è gente che muore per mancanza di cose indispensabili.

Meditiamo insieme ciò che ci vuol dire il Signore in questa domenica.

Nella prima lettura, abbiamo ascoltato che, in un periodo di grande carestia, un contadino offre al profeta Eliseo venti pani d’orzo. Il profeta ordina di darli da mangiare alla gente. Il servitore risponde: “Come posso mettere questo davanti a cento persone!?”.

Nel Vangelo, l’apostolo Andrea dice a Gesù: “C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma cos’è questo per tanta gente?”.

Il contadino e il ragazzo offrono pane d’orzo, il pane dei poveri, molto inferiore a quello fatto con farina di frumento. I due umili donatori ci richiamano la beatitudine dei “poveri in spirito” (Matteo 5,3). Il loro gesto insegna che l’uomo dal cuore libero da ogni egoismo, sa condividere i suoi beni affinché non manchi il pane all’affamato. Il povero in spirito sa condividere ciò che tiene: è il primo messaggio che il Signore ci fa giungere, oggi.

La collaborazione dell’uomo: espressione che indica il secondo messaggio divino. Non appare la parola moltiplicazione in nessuno dei due brani. Nella prima lettura il profeta Eliseo imparte un ordine: “Dallo da mangiare alla gente”. Nella redazione del prodigio dei pani nei vangeli di Matteo, Marco e Luca, Gesù comanda agli apostoli: “Voi stessi date loro da mangiare” (Matteo 14,16). Ciò significa que Dio opera il prodigio che ci sia pane per tutti, a partire da quello che offrono il contadino e il ragazzo.

Dio non disprezza la collaborazione umana, anzi la esige. Per tutti i suoi figli ha diffuso bieni in abbondanza nel mondo, ha però stabilito che l’uomo collabori. Il tema della collaborazione umana è determinante. Tema immenso! Qui accenniamo sólo a alcuni principi che Dio ha stabilito al riguardo.


1.) Tutti i beni di questo mondo sono doni di Dio, destinati per una vita confortevole di ogni uomo. È il principio che Dio ha stabilito già dall’inizio (Genesi capitolo 1). Valorare i beni materiali come doni dell’unico Dio e Padre affinché tutti abbiano una vita confortevole, esclude la possibilità che ci sia chi soffre perché privato dei beni indispensabili.


2.) La mancanza del pane è causata dall’ egoismo. Questo succede quando l’uomo si impossessa dei doni dell’unico Dio e Padre per farli

‘sua propietà esclusiva’. Dalla cupidigia dell’uomo viene la profanazione dei beni, nasce la disuguaglianza, sorge l’inimicizia, irrompe la violenza. Comprendiamo la gravità di questo atteggiamento, dall’ avvertenza terribile di Gesù: “Guai a voi ricchi!” (Luca 6,24).


3.) Finalmente, ecco il grande principio dato da Gesù riguardo all’uso dei beni: “Cercate anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia, e avrete tutte le altre cose in aggiunta” (Matteo 7,33). Dopo che la gente ha mangiato a sazietà, Gesú dice ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto”. Ed essi riempirono dodici canestri: non è questo un particolare di nessuna importanza, ma un simbolo della abbondabza dei doni che vengono da Dio quando nessuno fa di loro sua propiedad exclusiva.

Il prodigio realizzato da Gesù provoca nella moltitudine una adesione di fede molto imperfetta: vede in lui il Re, il Messia politico, come è proclamato dai sacerdoti e dagli scribi.


Gesù si allontana da tutti: non è venuto per regnare e neppure per amministrare bieni. Ma è venuto a noi da parte del Padre per insegnarci ad amare e a condividere il pane.


Severino S.C.J


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